Le acque in casa Generali continuano ad essere agitate, d’altra parte era chiaro a tutti che non fosse sufficiente la mera sostituzione di Giovanni Perissinotto con Mario Greco per rassicurare azionisti e comunità finanziaria.

Oggi la prima pagina del Sole 24 Ore ospita l’analisi dell’editorialista Luigi Zingales sulla qualità dell’informazione veicolata in occasione della sostituzione dei top manager del gruppo triestino.

Il professore padovano, esperto proprio di corporate governance  e di sviluppo finanziario nonché componente di board aziendali, parte da un caso singolo, seppur autorevole, il prestigioso  giornale economico britannico, il Financial Times, per arrivare a colpire tutti “i giornalisti che per pigrizia si fanno catturare dalle fonti”. La tesi di Zingales è che il FT abbia sbagliato ad attribuire ancora una volta a Mediobanca, principale azionista delle Generali, la regia della sfiducia a Perissinotto  e del nuovo incarico a Greco. Una lunga esposizione quella del professore che si interrompe quando testualmente scrive “non so quale ruolo Mediobanca abbia avuto in queste discussioni – alludendo al lavoro dei consiglieri di amministrazione Generali –  ma di certo non ha dettato legge”.  Questa affermazione mina la solidità della sua tesi iniziale e inficia la prosecuzione della lettura soprattutto allorquando allarga l’attacco all’intera stampa ritenendola succube dell’azione degli spin doctor, i superpagati consulenti aziendali abili suggeritori di argomenti e titoli.

Per il professore padovano probabilmente Mediobanca nell’affaire Generali si è comportata evangelicamente lasciando in altrui mani il destino  del colosso assicurativo  e solo per svogliatezza la stampa economica ha trascurato questo scenario. Domani Il Sole 24 Ore dovrebbe lasciare spazio ad una Lettera aperta nella quale tutti i giornalisti economici si scusano con gli eredi di Enrico Cuccia per le pigre riflessioni pubblicate.