In un momento così difficile per le imprese italiane occorre consolidare la struttura economica del paese attraverso dei necessari processi di razionalizzazione. A partire dalle nostre vetrine internazionali, le fiere di settore che attraggono buyer, imprenditori e visitatori professionali da ogni parte del pianeta e che, con le nostre eccellenze produttive, hanno la capacità di affascinare il mondo. A partire dall’agroalimentare.
A maggio si è tenuto a  Parma il consueto Cibus, l’importante salone dell’agroalimentare Made in Italy, mentre a Rimini è andato in onda l’edizione 2022 di Macfrut, la fiera internazionale dell’ortofrutta. Due appuntamenti fieristici al centro di una riflessione più ampia sulla necessaria razionalizzazione delle fiere di settore in Italia.
Tremila espositori a Fiere di Parma in quattro giorni hanno presentato mille novità di prodotto ai numerosi buyer e visitatori provenienti da diverse parti del mondo. Con i suoi 830 espositori di cui il 25% estero Macfrut  in tre giorni ha dato spazio alle novità di settore, a nuove ricettazioni e ad importanti approfondimenti tematici. Anche quella riminese è una fiera molto utile ma va ricondotta all’interno di una strategia di razionalizzazione fieristica del sistema Paese. Da tempo gli stessi operatori discutono se sia meglio inserire la filiera dell’ortofrutta in una grande fiera agroalimentare italiana oppure proseguire con il salone specializzato.
Nel frattempo il mondo è cambiato a partire dalle nuove modalità di lavoro imposte anche dalla pandemia, si è prepotentemente rafforzato il lavoro da remoto, si è diffusa una metodica di nuove relazioni professionali, si è ridotta la disponibilità di tempo da dedicare agli spostamenti fisici ai fini di un miglior bilanciamento tra vita e lavoro e si è diffusa la consapevolezza di un evidente eccesso di fiere nel mondo.
Se in Italia il mondo della politica e quello imprenditoriale decidessero di superare logiche campanilistiche e cogliessero l’urgenza di dotare il sistema Paese di poche e significative fiere con spiccata propensione internazionale avremmo la soluzione volano del Paese.
La scelta non potrebbe che ricadere sulla Fiera di Milano, riconosciuta città europea del Belpaese, per la facilità con cui si raggiunge da tutto il mondo, per la sua ampia e diversificata offerta ricettiva, per la sua vitalità a intercettare i fermenti e le nuove tendenze, per la sua vocazione ad organizzare e razionalizzare il flusso di lavoro. In tanti auspicano un forte sodalizio tra Cibus, TuttoFood e Federalimentare che veda la fiera di Milano sede naturale del salone dell’agroalimentare italiano all’interno del quale collocare e valorizzare Macfrut, la filiera dell’ortofrutta.
Questa strategia di valorizzazione della produzione italiana darebbe poi spazio ai territori attraverso l’organizzazione di specifici eventi che, nella restante parte dell’anno, valorizzino, nelle varie province italiane, le peculiarità produttive ed agroalimentari. Se vogliamo crescere come sistema Paese e raggiungere target non lontani da quelli dell’efficienza tedesca non c’è altra strada.