Nell’ultima parte del suo intervento di oggi Ignazio Visco, il governatore di Bankitalia, parla  dei consumatori, quelli che con linguaggio asettico definisce “clientela bancaria e finanziaria”. Certo la platea è tecnica, all’assemblea ordinaria dell’Abi ci sono i banchieri italiani, ma parlare solo delle strutture bancarie e delle loro esigenze relegando i bisogni dei clienti alla fine dell’intervento evidenzia una deludente scaletta di priorità.

Al pari di un manager di una azienda privata Visco elenca le necessità dell’organizzazione bancaria e sottodimensiona il ruolo sociale attribuito legislativamente alla sua funzione.

Visco ha ricordato il decreto attuativo sulle commissioni per affidamenti e sconfinamenti,   finalmente rapportate ai costi e ai rischi bancari sostenuti. Affronta poi il nodoso capitolo della proliferazione degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi, fioriti in maniera impressionante negli ultimi anni. Erogano credito e richiedono una adeguata vigilanza per ridurre i rischi per i consumatori.

Tutta qui l’attenzione della nostra banca centrale per la tutela della “clientela bancaria e finanziaria”.

Più corposa è invece la parte destinata da Visco alla struttura delle banche italiane. Dal punto di vista della raccolta l’aumento del rischio sovrano ostacola le banche del Belpaese che si salvano solo nella raccolta al dettaglio, cioè dai singoli risparmiatori, che su base annua cresce addirittura dell’1,2% . I maggiori problemi sono però sul fronte dell’impiego con un peggioramento della qualità del credito concesso alle imprese. Certo in Italia la voce che definisce i crediti in sofferenze, incagli, crediti scaduti e ristrutturati  è molto ampia soprattutto con i nuovi parametri di Basilea 3 che invece richiedono sempre più contenute posizioni deteriorate. La prima vittima sono i fidi in conto corrente che fino ad oggi hanno finanziato le piccole e medie imprese. Per le banche italiane non rimane dunque che aumentare i propri capitali e controllare meglio i crediti concessi. Sul lato degli aiuti di stato Visco segnala come in Italia il sistema bancario non abbia ricevuto significative risorse citando l’ultimo salvataggio pubblico al Monte dei Paschi di Siena.

Le banche italiane si reggono principalmente sulle proprie gambe ma devono comunque dimagrire. Il governatore di Bankitalia sottolinea la necessità di tagliare in maniera più incisiva i costi a partire dalle  remunerazioni degli amministratori e dei manager.

Per un paese come l’Italia in cui le pmi si reggono sulla leva bancaria sapere che il rubinetto del credito difficilmente riprenderà ad erogare come prima significa allontanare l’attesa ripresa della crescita  economica. A meno che non inizino realmente a funzionare i mercati dei capitali dedicati alle minute imprese italiane.

pubblicato sul quotidiano online ”Affari Italiani”