Prosegue la riflessione sull’articolo di ieri di Repubblica Affari & Finanza dedicato alla necessaria riorganizzazione del mondo della grande distribuzione organizzata e alle sfide dell’e-commerce. Mario Gasbarrino, dinamico e stimato presidente e ad Unes e U2 Supermercati, giustamente invoca più contenuti ma non dimentichiamo il dato strutturale: l’eccessiva frammentazione della Gdo e della Do italiana che ha limitato e continua a limitare ogni innovazione. Altrimenti se analizziamo, come fa il citato articolo, solo il crescente modello del discount determinato dalla forza dei prodotti a marchio proprio ne deduciamo che la semplice crescita della MDD – marca del distributore – rappresenti il volano per la ripresa. Siamo, viceversa, consapevoli che non si esce dall’erosione della marginalità, di cui soffre la stragrande maggioranza dei punti vendita, senza coinvolgere il format, i servizi, l’integrazione con l’e-commerce, la logistica, il personale, la Comunicazione, ecc. Prima però occorre favorire processi di aggregazione imprenditoriale nella Gdo e nella Do italiana supportati anche da appropriate scelte politiche che introducano agevolazioni fiscali e normative. Siamo in piena campagna elettorale e il tema potrebbe essere inserito nei programmi politici. Avere delle insegne di maggiore dimensione, alla stregua degli altri competitor internazionali, consentirebbe di aiutare non poco il sistema industriale Made in Italy con le naturali ripercussioni in tema di ricchezza prodotta e di distribuzione della stessa. Insomma potrebbe essere un driver di crescita per l’intero paese.