Roma,  18 maggio 2007  – La nomina di don Domenico Pompili a direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della Cei, in pratica il portavoce dei vescovi italiani, contribuisce a rinnovare il volto del clero in Italia. Provenendo dalla diocesi di Anagni-Alatri, il giovane don Pompili è pronto a rafforzare l’immagine della Chiesa nei mass media. Dotato di una visione aperta ai contributi laicali e forte di un lavoro sul territorio il portavoce deve subito convincere il presidente della Cei, il card. Bagnasco, a non trincerarsi dietro il silenzio ma affrontare le telecamere e i microfoni, anche quelli ostili, per riproporre con pacatezza e con fermezza il pensiero ecclesiale sui Dico e sulla famiglia. L’amarezza per le false critiche e per le diffuse ipocrisie non può far recedere Bagnasco dai suoi propositi: rappresentare la Chiesa cattolica nel Belpaese. Nei due appuntamenti con la stampa finora organizzati don Pompili ha immediatamente espresso aperture ed empatia, controvertendo le consuetudini più papaline del suo predecessore mons. Giuliodori. La speranza è che anche nel quotidiano “Avvenire”, di cui il portavoce della Cei è uno dei nuovi consiglieri di amministrazione, arrivi il vento del rinnovamento e delle concrete aperture al mondo dei laici. Con le sue 100mila copie vendute – dati gennaio 2007 su gennaio 2006 – il giornale non riesce ad intercettare l’attenzione dei fedeli nonostante da quattro anni sia partito il progetto “portaparola” che giustamente lo diffonde in tutte le parrocchie e i luoghi di culto. Probabilmente lo stile “rannichiato” e la grafica un pò ingessata ne limitano la diffusione tra i fedeli e tra gli stessi sacerdoti.