Si è chiusa sabato 22 febbraio la quinta edizione del Festival del giornalismo alimentare che ha mostrato una programmazione più interessante delle precedenti e una logistica, quella del centro congressi Lingotto, più funzionale. Certo non tutto è filato liscio, ad esempio dire che “Il Salvagente” sia stato il magazine partner dell’evento è cosa nota solo agli organizzatori. La partnership poteva essere valorizzata in modo profittevole per entrambi ma così non è stato. Fitta, forse troppo, la sequenza degli incontri nelle due principali sale che non consente di relazionarsi con tutti i relatori desiderati, molti dei quali davvero interessanti.

Di forte attualità la maggior parte dei temi affrontati, dal modo con cui i media trattano il cibo alla battaglia europea delle etichette, dai crimini alimentari alla sicurezza nel food delivery, dalle pratiche sleali nel cibo ai dieci anni della dieta mediterranea. Sullo sfondo aleggiano sempre i mega trend del mondo dell’alimentazione, dalla produzione agricola alla distribuzione, passando per l’industria alimentare. Originali ed interessanti anche gli eventi off e i laboratori pratici. L’organizzazione in concomitanza con il festival torinese ha lanciato una petizione su Change.com per rendere obbligatoria nei ristoranti la Food Bag con gli avanzi del pranzo pagati e non consumati. Ma forse la legge antisprechi dopo quattro anni deve puntare con maggior efficacia sul recupero delle grandi eccedenze alimentari più che costringere gli italiani a girare con un pacco di cartone che contiene il residuo della coscia di pollo non più gradita.