Napoli, 1 febbraio 2006 – Dai dati di bilancio appena resi pubblici dal gruppo Fiat si desume che l’area automobili, ritenuta esplicitamente strategica, ha fatturato nel 2005 il 3% in più rispetto l’anno precedente. All’interno del settore la Fiat Auto ha perso quasi un punto percentuale di ricavi, la Maserati invece ha guadagnato il 30% di fatturato e la Ferrari il 10% rispetto il 2004. La forte pressione competitiva sul marchio fiat auto pesa molto e i tre nuovi modelli non appaiono di grande impatto innovativo. La Croma, la Grande Punto e l’Alfa 159 sono collocati più sul tratto discendente della curva del ciclo di vita del prodotto che sul tratto iniziale, ascendente per definizione. Nel 2005 la Fiat settore automobili ha venduto meno in Italia e in Polonia e molto più in Brasile. Per il 2006 non si prevedono significativi scostamenti.  Due novità sono invece di forte interesse per la Fiat Auto. Il primo è l’accordo industriale con la Severstal Auto in Russia per assemblare la Fiat Palio e la Fiat Albea, il secondo per il marketing e la distribuzione delle vetture Fiat in India, con la Tata Motors Limited. Due rilevanti intese  che possono aprire la strada in due popolosi mercati da 1,2 miliardi di abitanti.  Oggi invece comincia a Londra il road show per presentare e collocare le nuove obbligazioni emesse dal gruppo Fiat. Qualche giorno la società ha diffuso i suoi principali dati di bilancio 2005 ed ora si ripresenta dopo alcuni anni sul mercato dei bond. La società controllata, Fiat Finance & Trade Ltd., emetterà obbligazioni a sette anni per almeno 700 milioni di euro. Ma se il tour nelle principali borse dovesse andare bene allora la cifra crescerebbe. Il gruppo Fiat ha da qui al 2013 numerosi bond da rimborsare e dunque necessita di nuove obbligazioni per saldare le vecchie. Insomma la società prosegue nell’indebitamento, il cui costo non è certo basso in quanto le maggiori società internazionali di rating che valutano gli emittenti dei bond le attribuiscono la categoria “speculative grade”, cioè “junk” al terzo livello. All’indomani di questa nuova emissione la Fiat deve concentrarsi solo sul suo piano industriale e sulle priorità da perseguire. Per i prossimi tre anni, a meno di imprevedibili scossoni, il gruppo deve recuperare velocemente vantaggio competitivo nelle aree d’affari presidiate.