6 ottobre 2008 – In questi giorni al “Mondial”, il salone automobilistico di Parigi, sono di scena i nuovi prodotti di un settore che cerca di combattere la crisi dei consumi attraverso nuovi concept, dall’ambiente al design. Scrutando le nuove proposte parigine si percepisce come le multinazionali stiano effettuando investimenti mirati per rinnovare fisiologicamente un portafoglio prodotti che diventa obsoleto sempre più rapidamente. Le grandi imprese sono molto attente a non commettere errori di pianificazione in quanto il mercato sta diventando sempre più severo e cancella con facilità sia solide realtà d’impresa che i propri Ceo. Questa selezione delle imprese e degli amministratori delegati determina diffuse sensazioni di nervosismo tra gli stessi Ceo e in generale nell’alta dirigenza. Se sbagliano un investimento aziendale e il prodotto che ne è il risultato vanno direttamente a casa. Ma questa tensione, ben presente nei vertici, rischia di trasferirsi nel corpo delle organizzazioni d’impresa, accrescendo le indecisioni e seminando instabilità tra la maggior parte dei dipendenti. Se l’ambiente di lavoro, il luogo nel quale si definiscono le strategie, diventa o viene percepito come opaco e instabile, c’è da preoccuparsi sulla qualità delle pianificazioni previste e sulla validità dei futuri prodotti offerti. Se i Ceo e i manager delle multinazionali mostrano nervosisimo o se trasferiscono queste sensazioni nel corpo delle aziende c’è ben poco da essere ottimisti sulla permanenza in vita delle stesse. Nei periodi di crisi finanziarie come l’attuale la selezione operata dal mercato diventa infatti sempre più spietata e la vita o la morte di un solo prodotto – talvolta frutto di un unico investimento effettuabile – può determinare la permanenza o il fallimento dell’azienda. Per i Ceo e i manager si apre dunque un ciclo storico diverso, nel quale la forte personalità, l’equilibrio emotivo e l’esperienza diventano variabili fondamentali. Così come l’aveva aperta, l’America ha ora chiuso la porta dei lauti guadagni anche se l’impresa va in perdita. Si è aperta l’era della produttività per tutti i Ceo.