Napoli, 6 maggio 2008 –  Le strade partenopee sono di nuovo invase dai rifiuti. Due giorni fa si contavano circa 1500 tonnellate non raccolti solo a Napoli e 30mila in tutta la regione Campania. Con l’arrivo delle alte temperature i medici infettivologi hanno già lanciato l’allarme. Nei mesi passati le immagini dei sacchetti neri per le strade di Napoli, ad altezza di un primo piano, hanno fatto il giro del mondo incrinando la reputazione di queste terre e della nostra penisola in generale. Il sacchetto nero è diventato così l’ossessione, oltre che dei residenti, anche degli imprenditori turistici e degli amministratori pubblici. La Commissione europea ha deferito l’Italia alla Corte di giustizia europea per la persistenza del problema e l’assenza di una calendarizzazione del piano di soluzione. Entro dieci mesi circa la Corte si esprimerà e se il giudizio dovesse essere negativo si aprirà una ennesima procedura che entro i successivi 24mesi porterà alla sentenza definitiva e all’eventuale multa. Ma in poco meno di tre anni l’Italia dovrebbe aver superato il problema dei rifiuti in Campania, anche se non tutti sono d’accordo perchè i termovalorizzatori di Acerra e di Salerno non hanno una prevedibile pianificazione, imbavagliati come sono dai legami della burocrazia. Però i nostri bravi euroburocrati, non inferiori ai colleghi, presenteranno ben presto negli uffici di Bruxelles la parvenza di un piano di soluzione e dunque alla giustizia europea sarà messo il silenziatore.  I sacchetti neri cresceranno per le strade ma per lo meno il Belpaese non infangherà ulteriormente la sua reputazione internazionale. Anche se, a dire il vero, la lobby economica italiana è già in azione. I prestigiosi quotidiani americani e inglesi, New York Times e Financial Times, hanno rappresentato in questi ultimi giorni la città di Napoli come una delle più interessanti aree culturali da visitare. Per i giornalisti americani e inglesi insomma Napoli sarebbe il paradiso dell’arte, lo specchio attraverso il quale leggere la storia dell’umanità. Peccato però per quei puntini neri.