Da domani nei supermercati Carrefour sparsi in Italia troveremo i primi tre formati della “Pasta dei Consumatori”, un progetto del movimento francese “Chi è il padrone? La marca del consumatore” nato nel 2016 per sostenere l’agroalimentare territoriale e garantire un’equa ripartizione del guadagno lungo la filiera del lavoro. Due nobili intenti il secondo dei quali dovrebbe essere automatico a condizione che il mercato funzionasse correttamente. Viceversa le aree di compressione dei margini che per tutti è a valle, tra gli agricoltori, ma che nella sostanza coinvolge anche industria e distribuzione organizzata mostrano storture e iniquità. I nuovi pacchetti di pasta saranno prodotti dal pastificio Sgambaro, prima azienda in Italia a certificare la propria pasta dall’origine e ottenere le certificazioni “100% grano duro italiano” e “Km zero”. L’azienda trevigiana in questo senso è in perfetta linea con gli orientamento del movimento francese che punta a realizzare in pochi mesi un paniere intero di prodotti del Consumatore, tra i quali la passata di pomodoro, la farina, le uova, l’olio e il latte.

Sono stati 3558 i consumatori interpellati dal movimento francese per valutare i prodotti e le caratteristiche ritenute più importanti dai consumatori. Ne è venuta fuori una pasta il cui prezzo di vendita remunera la filiera in modo ritenuto equo e nel rispetto dell’ambiente grazie alla confezione in carta riciclabile a alla produzione 100% energia verde. Il prezzo di vendita consigliato è pari a 2,14 euro al kg e posiziona il prodotto verso un segmento molto affollato di competitor che propongono sempre semole di grano duro italiano, semmai in trafila in bronzo. Sarà interessante monitorare l’incidenza della leva “politica” nel consumo della pasta e, in generale, del cibo, tanto più in piena recessione economica generalizzata. Una sfida interessante per la marca industriale e per la marca del distributore.