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Birra Peroni e i Dialoghi con gli stakeholder: 3 domande a Luigi Esposito

Un’intervista in cui si parla del settore Industria Food & Beverage e del rapporto tra azienda, consumatori e stakeholder.

Per la rubrica “3 domande a” intervistiamo oggi Luigi Esposito, giornalista e ufficio stampa per imprese e industrie nel settore Food & Beverage e della Distribuzione Organizzata, ospite di Birra Peroni per le ultime due edizioni dei Dialoghi con gli Stakeholder. Si parla di relazioni tra consumatori, stakeholder e azienda.

1. Quanto è importante oggi il confronto di un’azienda con i propri stakeholder e gli attori della filiera?

In un mercato sempre più dinamico e fluido, con rari punti fermi, la cura delle relazioni con i propri stakeholder rappresenta un solido valore aggiunto che nel tempo segna la differenza tra i vari brand. L’impegno nell’ascolto e nell’interazione con l’intera filiera è l’asset che misura la forza di un brand. Penso ad esempio alla mia recente partecipazione alla giornata dei Dialoghi con gli stakeholder che Birra Peroni organizza ormai annualmente e durante la quale, dopo avere condiviso i cinque drivers per lo sviluppo sostenibile, il progetto Prosper, ha avviato un dialogo sui più rilevanti temi di sostenibilità. Efficaci i tavoli di riflessione e di confronto fra diverse esperienze e sensibilità da cui sono emerse idee ed approcci che Birra Peroni potrà sviluppare per approntare nuove pratiche di filiera. Tutto ciò conferma che i valori pienamente condivisi all’interno e all’esterno dell’azienda, espressi anche dalle concrete assunzioni di responsabilità sociale ed etica, definiscano il reale perimetro di influenza di una impresa.

2. Come cambia il rapporto tra consumatore e azienda Food & Beverage alla luce delle nuove tecnologie?

In anni di recessione economica le scelte del consumatore in ambito Food & Beverage diventano sempre più razionali e meditate. E’ mutato l’acquisto irrazionale nella GDO, si affievolisce la pressione promozionale del volantino, lo store viene vissuto come avanzata shopping experience e cresce la comparazione dei prezzi. Nonostante tutto la quota dei consumi alimentari in Italia è ancora molto robusta rispetto a tanti altri paesi europei. Risulta inesploso il potenziale e-commerce che in alcuni comparti esibisce la piattaforma solo per emulare i leader di mercato. A fronte di questo riposizionamento del consumatore l’azienda sta modificando la sua presenza anche grazie ai dispositivi mobili che la rendono raggiungibile da ogni luogo e in ogni momento. Non solo con i propri siti e le proprie pagine Social, spesso usate più in chiave di marketing che non di efficace informazione, ma anche con App, applicazioni gratuite utili a far conoscere i prodotti e la filiera e nei dispositivi geolocalizzati i più vicini punti vendita. E’ auspicabile che l’impresa appronti una compiuta strategia digitale basata sull’informazione semplice, corretta e affidabile, più che sulle esclusive leve di vendita. E non solo nei casi di beverage, come gli alcolici, che scontano divieti e limiti di legge.

3. Cosa e come deve comunicare un’azienda del settore Food & Beverage in una fase di trasformazione del ruolo e del rapporto con il consumatore?

La crescente tendenza ad una maggiore e più definita identità sociale da parte delle aziende comporta una riscrittura del piano di comunicazione. Il mondo Food & Beverage in Italia sconta tradizionalmente un forte ritardo, soprattutto se lo confrontiamo con gli altri motori del Made in Italy e non solo a causa della minore marginalità unitaria. Per troppi decenni il Food & Beverage italiano era confinato solo negli investimenti pubblicitari di cui vanta la leadership in termini di quota di mercato. Negli ultimi anni si è invece diffusa in azienda la percezione della necessità di avviare un racconto crossmediale sulla sua storia, sulla sua esperienza e sulla sua filosofia di produzione per evidenziarne le specificità. Le più innovative aziende hanno avviato percorsi di narrazione attraverso le migliori tecniche di brand journalism e di graphic journalism con l’obiettivo di scontornare la propria tradizionale immagine, allungandone la proiezione e rafforzando nei consumatori la propria credibilità e fiducia. Occorre poi associare degli Open Day aziendali, porte aperte con i consumatori, i food blogger, gli influencer e la stampa, la cui frequenza misura anche la credibilità dei comunicatori. Conviene poi trasportare in videol’esperienza delle visite aziendali e degli eventi per ampliarne la fruizione. Si riduce sempre più l’importanza della stampa di settore e della stampa generalista, cartacea e online, e cresce parallelamente il ruolo dei consumatori attivi, dei blogger e degli influencer. Una narrazione credibile ed affidabile in cui entra anche in gioco la capacità e l’esperienza dei comunicatori e una sostenuta programmazione di eventi, online e offline, sono le piattaforme privilegiate per ilFood & Beverage italiano, che nella qualità certificata e nella visibile tracciabilità poggia il suo successo.

dal sito www.birraperoni.it

http://www.birraperoni.it/news/dettaglio.php?id=201