Nella guerra tutta italiana per l’etichetta di origine del grano nella pasta la Coldiretti viene inopinatamente identificata come garante del consumatore. E’ una visione che risente di vecchi germi anticapitalisti e di antagonismo al mondo dell’industria molto forti negli anni Settanta ed Ottanta nel Belpaese secondo i quali la cultura che proviene dal mondo industriale e’ contraria agli interessi del cittadino-consumatore. Intere generazioni degli allora giovanotti regnano oggi nelle redazioni giornalistiche riproponendo ai lettori di oggi schemi interpretativi obsoleti. Sono pochi i casi in cui le due realta’ vengono vissute come influenti soggetti politici portatori di legittimi interessi di parte, l’#Aidepi rappresenta il mondo dei pastifici e la Coldiretti coalizza gli imprenditori agricoli. Uno di questi e’ Riccardo Quintili, il direttore del Salvagente, il mensile dei consumi, che nel suo editoriale di questo mese considera le due associazioni come due paritetici vasi di ferro, forti e potenti, mentre il consumatore, a suo dire, rimane un vaso di coccio. Per il Salvagente la Coldiretti perde quella certificazione di rappresentante dei consumatori e dei cittadini che emerge solitamente nelle riflessioni giornalistiche e diventa semplice associazione di imprenditori, quelli agricoli. Una operazione culturale di non poco conto in questa Italia molto, molto statica.