Risparmio 02Avere conti correnti bancari ormai è un privilegio. All’annullamento della propensione al risparmio mensile si coniuga il proibitivo esborso per la tenuta del conto. Ogni italiano che ha avuto un conto bancario nel 2012 ha pagato in media oltre 100 euro solo di spese, per la precisione 103,80 euro, appena quattro euro in meno rispetto il 2011. Costi davvero alti quelle del sistema bancario italiano che non reggono il confronto con altri Paesi nei quali le spese sono molto più contenute. L’indagine di Bankitalia su 12mila clienti di 200 banche evidenzia la riduzione dei canoni e degli oneri per scoperti di conto e la contrazione del numero delle operazioni effettuate da ciascun correntista a cui si contrappone però l’aumento delle commissioni soprattutto per le operazioni effettuate direttamente negli sportelli bancari. E si sono anche ridotte le spese per i prelievi ai bancomat appartenenti a reti concorrenti, le spese di scrittura e per i servizi di pagamento continui.

Bankitalia invita i correntisti che non rinegoziano le condizioni contrattuali da numerosi anni a farlo, visto che i conti più onerosi sono proprio quelli più vecchi e mai ritoccati. Gli utenti dei servizi bancari devono poi prestare molta attenzione al numero e alla tipologia delle operazioni che svolgono ogni anno in banca. L’indagine mostra infatti che se si adegua il conto al proprio profilo è possibile ridurre di molto il costo annuale. Oltre un terzo dei conti esaminati vanta addirittura un onere aggiuntivo di 68 euro, rispetto all’indicatore sintetico di costo, ISC, riportato nel foglio illustrativo. Oltre il 33% dei correntisti esaminati ha così pagato molto di più perché ha un conto che non si addice alle proprie esigenze.

Il conto bancario come il gestore telefonico. E’ auspicabile che la concorrenza fra gli operatori della telecomunicazione mobile possa generarsi anche nel settore bancario, finora molto più impermeabile sia ai mutamenti organizzativi assai diffusi in altri ambiti industriali sia alla crescente riduzione dei costi fissi da parte di una utenza sempre più stressata dalla recessione economica.