Roma – I principali giornali occidentali presenti con i propri corrispondenti in Nordafrica e in Medio Oriente ci raccontano di una nuova generazione di giovani, molto più istruiti ed informati dei padri e dotati di una visione più pragmatica, laica ed individualistica della vita. Molto più vicini alla cultura occidentale anche rispetto ai propri genitori che pure hanno studiato in Europa e negli Usa. Sono giovani che lottano non solo contro la povertà e la disoccupazione ma per costruire una società diversa, libera e democratica.

Le testate giornalistiche nordafricane e mediorientali danno invece una rappresentazione diversa, più consona alla propria cultura. Per verificarlo è sufficiente osservare le fotografie sulla rivoluzione egiziana stampate sui maggiori media del mondo nella giornata di sabato 12 febbraio. Asharq al Usbui, un giornale del Qatar, Al Mustaqbal, un quotidiano libanese, Al Jarreda, stampato in Sudan, pubblicano in prima pagina foto riprese dall’alto della piazza Tahrir al Cairo, un brulicare di persone senza distinzione e senza simboli. Dall’altra parte l’inglese The Guardian, il francese Liberation, lo spagnolo El Pais e l’americano The New York Times pubblicano foto con singoli manifestanti che esultano mostrando bandiere o altri simboli patriottici.

Due visioni contrapposte della medesima realtà, quella nordafricana e mediorientale in cui le immagini sono prive di simboli, rappresentano moltitudini di persone indifferenziate, che guardano spesso in alto o con le mani protese verso l’alto, come ad evocare una antica religiosità. Dalla parte opposta i giornali occidentali che prediligono immagini di singoli individui che brandiscono i simboli della rivolta, individualità riprese sempre in orizzontale. Due culture diverse che arricchiranno i lettori del Terzo Millennio.

pubblicato sul quotidiano online “Affari Italiani”