Napoli – Sembrerebbe un rapporto a tre, simile ai tanti che crescono in questa società. Ha la stessa appassionata spinta ma non le medesime caratteristiche. Si tratta delle relazioni che legano il sindacato degli imprenditori, una parte della stampa, quella considerata di destra, e il governo nazionale. Tra gli attori si sono ingenerate almeno due certezze risultate poi palesemente false. La prima. La Confindustria ritiene che dietro i giornalisti culturalmente di destra ci sia un grande burattinaio, diverso da quello della prima Repubblica, ma pur sempre un burattinaio. Per anni la parte avversa della stampa, quella definita di sinistra, ha sempre accreditato i colleghi della destra come soggetti etero gestiti, guidati nella fattispecie dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. A furia di insistere l’opinione pubblica ha sedimentato questo messaggio ed anche la Confindustria e i suoi dirigenti, inclusi i comunicatori, ne sono rimasti vittime. L’audio delle telefonate tra Rinaldo Arpisella, portavoce del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, e il vicedirettore de Il Giornale Nicola Porro ha diffuso la consapevolezza dell’autonomia della testata di Feltri da ogni condizionamento esterno. In queste ore anche il settimanale Panorama, riconducibile alla medesima area di destra, pubblica sul proprio sito internet delle tracce audio per riaffermare l’indipendenza del lavoro d’inchiesta. La seconda. Il comunicatore deve essere più realista del re, deve cioè immergersi in tutte le acque pur di salvare l’immagine del proprio datore di lavoro. Rinaldo Arpisella è il portavoce della Marcegaglia ed ha la sua pluridecennale fiducia, ma dalle tracce audio presenti liberamente su internet si evince uno zelo davvero sconcertante. Nel caso de Il Giornale parla di “cerchi sovrastrutturali” che governano l’Italia e il mondo , nel caso di Panorama cerca di influenzare la stampa e di conseguenza l’opinione pubblica pur di difendere il suo datore di lavoro. Non sarebbe stato meglio gestire con maggiore equilibrio e sobrietà il suo ruolo di comunicatore? Se poi un datore di lavoro, sicuramente non è il caso della Marcegaglia, dovesse richiedere sforzi giudicabili eticamente forti allora si può rifiutare e si cerca una nuova occupazione. Questa società ha sempre più bisogno di azioni ordinarie.

pubblicato sul quotidiano on line “Affari Italiani”